Duccio Trombadori
L’arcobaleno delle passioni
Una morfosi che desta meraviglia, ovvero una ‘miramorfosi’, come
la chiama
Valentina, è questa serie di immagini-organismo in movimento
fissate da
una retina prensile e dal paziente ritaglio compositivo che,
nella calma dello
studio, restituisce sintesi di vita, suggerisce analogie, invita
allo spettacolo
desiderante.
L’autrice di questi ricami visivi si esprime con efficace
tensione produttiva e
al tempo stesso mostra una attitudine curiosamente contemplativa
del suo
operato.
Valentina Mir compone, e per prima si meraviglia di quella che
le appare
una morfosi biologica, come l’incessante variazione di forma
degli
organismi indotta da fattori ambientali esterni. In questa
variopinta versione
molecolare si incrociano e si sommano gli eventi umani, i fatti
storici, il
sedimento immaginario di riti e miti collettivi, in una
soluzione procurata
che non implica ereditarietà, ma si risolve nella istantanea potenza
visiva,
concentrato di significati in una singolare soluzione estetica.
Noi leggiamo così la superficie del tempo, il passaggio
esistenziale scandito
dall’amplificazione comunicativa contemporanea: stampa, radio,
cinema,
fotografia, televisione, rete telematica tracciano i confini
dell’io individuale
in una emulsione di sentimenti enfatici, massificati e pure
leggeri, passeggeri,
nel ‘miraggio’ del perenne mutamento.
Così Valentina costruisce passo dopo passo i suoi ‘collages’
individuando una
storia o motivo principale, cui addossa e accomuna tante altre
microstorie, in
una sorta di dentella cartacea progressiva che si deposita sul
fondo bianco
della memoria visiva. Sono avventure della espressione. Sono il
risultato di
immagini-esperienza elaborate con appena un minimo di progetto,
e poi
subito lasciate alla versatilità del caso comunicativo.
Sono rappresentazioni che invitano all’attraversamento
percettivo quasi
senza un perché, centrate come sono sullo stereotipo di un
fantasma
simbolico sottratto alle condizioni della storia vissuta per
entrare a far
parte di una emotività consegnata alla sfera psichica che
anticipa e in un
certo senso, travalica, la coscienza. Appaiono bene ordinate le
sequenze
di caratteri in questo modo individuati: ora è il tipo roboante
e ‘ducesco’
di Mussolini; ora il richiamo erotico e femminile di Brigitte
Bardot; ora la
flemma rocciosa e sorniona di Winston Churchill; ora è lo stemma
patinato e
‘young and beautiful’ di Elvis Presley…
Ma la teratologia chimerica del tempo che vola e che si associa
in un
multiforme presente immaginifico si dipana a tessere il
caleidoscopio
figurato di Valentina Mir per composizioni grandi e piccole,
dove l’insieme
dei ‘miraggi’ si consolida in efflorescenze che risaltano nei
particolari e per
l’effetto di insieme.
E, come scandito dal passo veloce di una sfilata, attorno
all’asse motorio del
generale De Gaulle si avvicendano figure di balletto, sagome di
automobili
che fecero il lustro negli anni Cinquanta e Sessanta, gattini,
scimmioni,
uomini davanti alla macchina da presa o pronti alla posa per lo
scatto
fotografico; dopo di che tocca a D’Annunzio, addentellato a
cimeli allusivi,
prototipi o emblemi della civiltà dei consumi, tra efebi
statuari romani,
frigoriferi, telefoni d’altri tempi, e signorine in ottima forma
che fanno da
coro.
È poi la volta di Marilyn, delle sue poesie manoscritte, dei
flaconi Chanel, e
di tutto un aroma trasmesso da ritagli di primi piani
fotografici, televisivi,
continue dissociazioni di immagini, per dimensione e formato,
tali da
conformare l’agglomerato visivo oltre lo spazio, nella pura e
sfuggente
qualità del sogno.
Valentina procede nella sua teoria caleidoscopica con la precisa
intenzione
di scrivere un commento potenzialmente infinito cui riesce ad
imprimere
l’effetto di una forma compiuta e determinata.
Chiudere il mondo in una favola, registrare i paradossi del
tempo in un
istante immaginario, proiettare il male e il bene, il dolore e
il piacere, i
traumi e i fragori della storia su di un fondale che tutto
amalgama secondo
le regole di un sogno fatto ad occhi aperti. Più che di graziosa
edizione,
il risultato è quello di una appassionata, e appassionante,
analitica
sentimentale: in ciò consiste l’accento dello stile che
distingue l’arcobaleno
figurato di Valentina Mir.
Duccio Trombadori
The rainbow of passions
A morphosis arousing wonder, a ‘miramorfosi’, as Valentina calls
it; a series
of organism-images fixed by a keen eye and meticulous cut-out
composition
that in the calm of the studio renders a synthesis of life,
suggests analogies
and is tempting to the longing gaze.
The creator of these visual embroideries expresses herself with
efficacious
productive tension, yet at the same time shows a curiously
contemplative
attitude in her work.
Valentina Mir assembles, but first begins by marvelling on what
appears
to her as biological metamorphosis, like the incessant change of
form of
organisms induced by external environmental factors. In this
colourful
molecular interpretation, human events, historical facts all
gather and
combine in the imaginary sediment of rites and collective myths
that resolve
in the force of an instant view, concentrated with meanings in a
singular
aesthetic solution.
We read the surface of time this way, the existential passage
scored
by contemporary communicative amplification: press, radio,
cinema,
photography, television and internet all track the boundaries of
the
individual self in an emulsion of emphatic, depersonalised
feelings and yet
light and fleeting, as if a ‘mirage’ of perpetual change.
Valentina builds her ‘collages’ step by step and singles out a
primary motif, on
which she then combines many other micro-histories, like an
in-progress paper
embroidery set on the background of visual memory. They are
adventures of
expression. The outcome of image-experience processed with
spontaneity,
and then immediately left to the versatility of communicative
chance.
They are representations beckoning a perceptual journey almost
without
explanation. They are centred on the stereotype of a symbolic
phantom
plucked from the conditions of lived history, to become part of
a sensitivity
given over to the psychic sphere that anticipates and in a sense
goes beyond
consciousness. The sequences of characters seem well-ordered
when
identified this way: here a bombastic Mussolini; then the erotic
and female
echo of Brigitte Bardot; now the stony and sly aplomb of Winston
Churchill
and then there’s the slick emblem, the ‘young and beautiful’
Elvis Presley...
But the illusory teratology of fleeting time, connecting up in a
multiform
imaginative present, unfolds the interwoven illustrative
kaleidoscope of
Valentina Mir in both large and smaller compositions, where the
ensemble of
‘mirages’ consolidates in an efflorescence that stands out for
the detail and
overall effect.
As if in time to a fast-paced fashion show, ballet dancing
figures, silhouettes
of prestigious cars that made a dazzle in the fifties and
sixties, kittens,
baboons, men facing the camera or ready to pose for photographs,
all of
them revolving around the linchpin figure of General De Gaulle.
Then it’s
the turn of D’Annunzio, notched with allusive memorabilia,
consumer society
prototypes and emblems, from statuesque Roman youths,
refrigerators,
phones from another era, to tip-top shaped young women making up
the
chorus.
And then Marilyn, her handwritten poems, Chanel bottles, an
overall
fragrance conveyed by cuttings of photographic and television
close-ups, a
continual dissociation of images, size and format, so as to
shape the visual
agglomeration beyond the space, into a pure and elusive quality
of dream.
Valentina proceeds with her kaleidoscopic concept with the
precise intention
of writing a potentially infinite comment by which to imprint
the effect of a
complete and determined form.
Enclose the world in a fairy tale, record the paradoxes of time
in an imagined
instant, project good and evil, pain and pleasure, trauma and frenzy
of
history on a backdrop that amalgamates the whole as though to
the rules
of a wide awake dream. More than a quaint publication, the
outcome is a
passionate and impassioned, sentimental rationale: herein lies
the emphasis
of style distinguishing the illustrated rainbow of Valentina
Mir.