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«TUTTO È NELL’ESECUZIONE»

IL NAPOLEONE DI KUBRICK

 

Alessio Scarlato

 

1.    I cavalli di Mosca

 

Sono stati gli zoccoli dei cavalli, privi di chiodi per la neve, a provocare la sconfitta delle truppe napoleoniche nella campagna di Russia? È una delle domande che Stanley Kubrick pone al suo consulente storico, Felix Markham, durante la preparazione di Napoleone, e che rimangono come segni di uno studio meticoloso, durante il quale ha raccolto un archivio impressionante di materiale, per uno dei film non fatti più celebri della storia del cinema. Diciasettemila immagini dell’epoca (1769-1821), riproduzioni di quadri, stampe, disegni, caricature, catalogate per soggetto e trasposte su delle schede IBM. Una biblioteca di circa 500 libri, nella quale trovano spazio non soltanto le memorie e la corrispondenza di Napoleone, di Barras, di Chateubriand, di Wellington, del generale Caulaincourt, gli studi storici di Lefebvre, di Kirchesein, di Lachouque, le riflessioni di Burke e di Carlyle sulla rivoluzione francese o le ricerche di Elting e Falls sulle strategie militari, ma anche saggi sull’illuminazione in Italia dal Quattrocento all’Ottocento o sull’immaginario popolare russo. Uno schedario che cataloga l’esistenza di Napoleone, giorno per giorno. Ore di registrazione dei dialoghi avuti il 13 e il 23 luglio 1968 con Felix Markham, esperto della vita napoleonica e docente di Storia Moderna all’Hetford College (Oxford). Un piano di pre-produzione dettagliato, che già prospetta soluzioni efficaci ed economiche per la produzione dei costumi e delle uniformi militari e l’uso di decine di migliaia di comparse nonché per la scelta delle location, dalla reggia di Caserta e il Palazzo Reale di Napoli in luogo dei palazzi francesi, ai terreni della Romania o della Jugoslavia per le riprese delle battaglie napoleoniche. Addirittura la collezione di alcuni giochi da tavolo ispirati dalle battaglie di Napoleone. Un archivio attraverso il quale Kubrick elabora un trattamento nell’inverno del 1968, che a sua volta sta alla base di una sceneggiatura completata il 29 settembre dell’anno successivo, per un film di circa tre ore.   

Il progetto è annunciato da Kubrick in un comunicato stampa del giugno 1968. Il film sarebbe stato prodotto dalla MGM e sarebbe dovuto uscire nel 1970. Ma già all’inizio del 1969 la MGM rifiuta la proposta, sostenendo che il film sarebbe costato 40 milioni e che agli americani l’argomento non interessava. Kubrick sottopone la sceneggiatura subito dopo averla terminata all’United Artists, quindi propone il progetto nell’ottobre 1971 alla Warner Bros, con un nuovo e più economico piano di produzione, dopo aver concluso le riprese di Arancia Meccanica. Nel frattempo, alla fine del 1970 era uscito nelle sale Waterloo, il kolossal su Napoleone, prodotto da De Laurentis e diretto da Sergej Bondarčuk, con un cast imponente (Rod Steiger, Christopher Plummer, Orson Welles), ma che nonostante le diverse edizioni proposte, dalle quattro ore di quella russa alle due dell’italiana, si rivela un insuccesso commerciale. Kubrick negli anni successivi non abbandona completamente il progetto, anche se emerge nelle sue dichiarazioni una certa disillusione sulla possibilità di trarne un film di sole tre ore. Con il critico Ciment immagina la possibilità di uno sceneggiato televisivo, dalla durata di venti ore. Ne parla con Nicholson, uno dei possibili protagonisti, affascinandolo al punto da trascinare anche l’attore nell’ossessione-Napoleone. Nicholson vagheggerà di produrre o addirittura di dirigere egli stesso un film sull’imperatore francese.

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