rifrazioni dal cineama all'oltre
 

www.rifrazioni.net /cartaceo/rifrazioni 9/estratti/linee

 

LA MUMMIA DALLA TOMBA AL CINEMA

 

Massimo Centini

 

rifrazioni

 

La mummia è la concretizzazione del desiderio di immortalità che ha attraversato la cultura dal momento in cui l’uomo ha dovuto metabolizzare l’ineluttabilità della morte e accettare il volere supremo di dio. Nello stesso tempo però la mummia è anche espressione dell’atavico terrore del ritorno dei morti. Il contrasto tra speranza e terrore ha alimentato la dinamica attraverso la quale la mummia ha superato le barriere del tempo mantenendo inalterato il proprio background simbolico, vitalizzato nell’immaginario in cui è diventata sintesi archeologica del modello del “non morto”. Un modello che, come è noto, troverà una notevole eco nella letteratura e poi nel cinema.

La mummia entra nella letteratura con Platone (428-348 a.C.): in uno dei suoi Dialoghi, il Fedone, incontriamo Socrate che riflette sull’inutilità dell’imbalsamazione dei corpi praticata dagli Egizi, perché la vera vita non sta in un corpo rinsecchito, ma nell’anima (80, 8-9). Per Platone il corpo è, semmai, limite per l’anima, addirittura una “tomba”, come scrive in un altro dialogo, il Cratilo (400, 1-4).

Nell’orizzonte postmoderno del “non morto”, dominato soprattutto dallo spettro di tradizioni antiche come l’uomo e poi dal vampiro, la mummia fa la sua apparizione fuori dal contesto originale, passando dall’indefinito ruolo di “ingrediente” per improbabili medicamenti, o per attivare processi alchimistici di trasmutazione, al mondo delle wunderkammer, base di partenza per l’infinito viaggio nella narrazione fantastica.

Nell’orizzonte postmoderno del “non morto”, dominato soprattutto dallo spettro di tradizioni antiche come l’uomo e poi dal vampiro, la mummia fa la sua apparizione fuori dal contesto originale, passando dall’indefinito ruolo di “ingrediente” per improbabili medicamenti, o per attivare processi alchimistici di trasmutazione, al mondo delle wunderkammer, base di partenza per l’infinito viaggio nella narrazione fantastica.

Nell’immaginario letterario egizio – nel nostro caso circoscritto alla sola mummia –, un tema documentato è sempre quello della morte ingiusta subita nel passato da chi ottiene poi l’opportunità di ritornare tra gli uomini alla ricerca della vendetta e dell’immortale.

La struttura narrativa che dona dinamicità all’esperienza della mummia ha quasi sempre il proprio incipit in un’infrazione alle regole, in un abbattimento dei tabu che governano il sonno dei morti.

La rottura dell’equilibrio è data infatti dalla modificazione delle condizioni in cui si trova la mummia: il suo risveglio, che può essere favorito da rituali magici, è determinato soprattutto dall’allontanamento del corpo dalla sua condizione originale.

Infatti, «se le tombe non vengono aperte, e le mummie non vengono asportate dai loro avelli, non è possibile in alcun modo che abbandonino i siti del loro eterno riposo. Di conseguenza non esistono agenti esterni in grado di condizionarle o di disporre di loro fintantoché non si modifica questa situazione e, quando ciò si verifica (teniamo presente che ci riferiamo alla letteratura orrorifica sull’argomento), anche in questo caso ciò che dà inizio alla vicenda è l’effrazione di un antico sepolcro egizio» (G. Pilo, Dizionario dell’orrore).

 

[…]

 

 

 
 

- i n f o @ r i f r a z i o n i . n e t -