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BREVE VIAGGIO NELL’IMMAGINARIO DEL CINEMA WESTERN
Massimo Scalvini
Tra le manifestazioni culturali e di costume dalle quali trae origine
il cinema western, sicuramente ci sono quella letteraria e quella pittorica.
Tutti i più importanti autori, da Fenimore Cooper passando attraverso i vari
Mark Twain e Bret Harte arrivando fino a Zane Grey, Owen Wister ed Ernest
Haycox, hanno contribuito a fornirgli soggetti e spunti storici. Lo stesso
discorso vale per artisti come Charles Bodmer, Alfred Jacob Miller, George, Catlin, |
Thomas McKenney, come Frederic Remington e Winslow Homer (basterebbe
pensare all’importanza di questi due autori per John Ford),
o ancora Charles Marion Russell, Thomas Moran, Charles Schreyvogel. Ma esistono
anche altri aspetti che contribuiscono alla nascita del genere, che concorrono
a crearne non solo l’immaginario ma anche le ragioni culturali e storiche del
suo grandissimo successo. Nel 1893 si svolge a Chicago la “World Columbia
Exposition”. In quell’occasione, il 12 luglio, Frederick Jackson Turner lesse
il suo testo più famoso: Il significato della frontiera nella storia
americana. Un
testo in cui si ribalta il concetto tradizionale di frontiera come di una
barriera di fronte alla quale fermarsi. Secondo Turner, per gli americani la frontiera
è qualcosa di mobile, un punto di partenza e non di arrivo.
Questo atteggiamento è profondamente radicato nello spirito dei pionieri, ed è
questo modus vivendi che rappresenta la novità della neonata nazione
americana. Il western incarnerà questo spirito, e diventerà il nuovo potenziale
genere “epico” per gli americani.
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