WITTGENSTEIN DI DEREK JARMAN
23’33’’
Federico
Ferrari
L'arte
ha un solo scopo: afferrare l'umanità dell'uomo. Per compiere questo gesto,
occorre uno sguardo che sia extra-umano, extra-terrestre. È l'uomo verde ad
incarnarlo, l'uomo deforme, informe, oltreumano che continuamente interroga e
mette in dubbio le certezze irriflesse, l'armatura logica, i cliché, i déjà vu
e che accompagna Ludwig dalla sua fanciullezza alla sua morte, svelando
l'assenza di enigmi e la certezza di una risposta sempre possibile.
L'opera
di Wittgenstein è questa riflessione senza fine sulla propria umanità.
Wittgenstein, con la sua filosofia analitica, è il più esistenzialista dei
filosofi del Novecento. Non ha che un problema: comprendere il senso della
propria vita e dell'umanità che è in lui e fuori di lui.
L'opera
di Jarman è lo sguardo, estraniato ed estraniante, che dà a vedere il mondo e
il divenire umano dell'uomo, il suo farsi uomo, il suo trasfigurare nelle
metamorfosi di un corpo che da bambino diviene adulto per ritornare bambino e
che dalla vita passa alla morte per andare oltre la vita e la morte.