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L'IMPROVVISAZIONE DIETRO L'IMMAGINE

QUANDO LA MUSICA (NERA) JAZZ INCONTRA LA NOUVELLE VAGUE

 

ASCENSORE PER IL PATIBOLO VS FINO ALL’ULTIMO RESPIRO

 

di PATRIZIO CENACCHI

 

 

Il cinema non presenta solo delle immagini, le circonda di un mondo.

G. Deleuze

 

 

Il punto fondamentale d’interazione tra due forme d’espressione come il cinema e il jazz è indubbiamente l’improvvisazione. Un segno distintivo nel jazz debitore della duplice influenza africana ed europea, che nel cinema ha trovato alcuni registi che ne hanno fatto uno dei cardini della loro opera.

L'analisi stilistica dell'esperienza parigina di Miles Davis e Martial Solal con il cinema fornisce strumenti che aiutano ad esaminare più da vicino questo rapporto.

Nel complesso, si può osservare che, quando il jazz viene introdotto in questi due film, raramente ha una funzione di commento e di solito richiede, con una certa forza, un ancoraggio diegetico, per cui la questione del “jazz rappresentato” risulta sempre strettamente legata ad una sfida fra suono e immagine fra improvvisazione e scrittura in un territorio di continue sperimentazioni.

 

 

MALLE\MILES IN ASCENSORE

 

L’incontro avvenne durante il tour europeo nel 1957, quando il trombettista suonava al Club Saint-Germain e Malle chiese a Marcel Romano, direttore del club, di presentarlo a Miles, per sollecitare la sua partecipazione alla colonna sonora. La leggenda narra che Miles, dopo aver visionato il film e discusso con i musicisti che l’accompagnavano (Barney Wilen, sax tenore, Rene Urtreger, pianoforte, Pierre Michelot, basso e Kenny Clarke, batteria), creò e registrò le musiche in una sola notte, improvvisando direttamente davanti allo scorrere delle immagini sullo schermo. Come è stato spesso sottolineato, l'improvvisazione del quintetto di Miles Davis, come parte della post-sincronizzazione di Ascensore per il patibolo, è per certi versi assimilabile alle condizioni in cui veniva creato l’accompagnamento musicale del cinema muto.

La peculiarità dello stile di Miles in Ascensore per il patibolo deriva anche dall'uso della sordina Harmon, fonte di un suono metallico, forte e saturo che piega le atmosfere e la colorazione di diverse sequenze portando l’improvvisazione verso forme lessicali ed espressive più libere (germi del modale).

Le incisioni di Ascensore per il patibolo sono un esempio estremo di questo tipo di espressività certamente in sintonia con il desiderio di Malle di accentuare il dramma e il mistero e anche per "divinizzare" il timbro della tromba.

La registrazione parigina coincide anche una fase particolare della carriera di Miles che, costretto a creare una struttura basata su un sottile universo di suoni, arriverà ad un cambiamento significativo con questo disco, così come con i seguenti (Miles Ahead dello stesso anno), che segnerà un punto di svolta verso ciò che costituirà il nucleo centrale dell’opera di questo mostro sacro del jazz.

 

 

 
 

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