SCAVI
LA
DOTTRINA DELLA VERITÀ IN FRITZ LANG
Narrazione
della fine del mito in Il vendicatore di Jess il bandito
di
Massimo Scalvini
Una
locandina annuncia che su Jesse James c’è una taglia di diecimila dollari, vivo
o morto. Interno giorno, figura intera di Jesse che sta togliendo un quadro da
una parete di casa. Sale su una sedia. Attraverso una finestra vediamo la testa
di Charlie Ford che lo osserva e fa un gesto di approvazione col capo. Piano
americano di Jesse in piedi sulla sedia di spalle alla mdp, breve carrello
all’indietro. Dalla porta entra Bob Ford con la pistola in pugno, trema tanto
che per tenere ferma l’arma deve prenderla con entrambe le mani. Ritorno su
Jesse. Parte un colpo, Jesse è colpito alla schiena, si gira e sta per cadere, parte
un secondo colpo che lo colpisce al ventre. Cade a terra morto.
Dopo il clamoroso successo del film Jesse James (Jess il bandito, Henry King 1938) la 20th
Century-Fox ne progettò un sequel. Grazie al suo nuovo agente, Sam Jaffe, che
conosceva il produttore associato del progetto, Kenneth MacGowan, Fritz Lang
firmò un contratto per un solo film con Zanuck, il primo dei suoi tre film
western. La paga era di 2500 $ alla settimana per dieci settimane. In una
intervista di alcune decine d’anni dopo dichiara che il suo contributo al film
si estendeva anche allo script. A Nunnally Johnson,
sceneggiatore del primo film, subentrò Sam Hellmann che aveva
collaborato già a parecchi film per la 20th Century-Fox. Zanuck dichiarò che
non considerava questo film un sequel in senso stretto, ma piuttosto lo sviluppo di un
carattere che rimaneva in secondo piano nel film originale. Il first draft era pronto nel febbraio del 1940 e
Lang poté lavorarci sopra per circa un mese. La sceneggiatura come è conservata
alla Cinémathéque Francaise contiene alcuni schizzi preparatori suoi, riporta
dei cambiamenti su alcuni fogli di revisione datati 9 aprile 1940, e diverse
altre note del regista, che ebbe quindi un certo periodo per rivedere la
sceneggiatura ed apportare alcune modifiche che riteneva opportune.
Dopo la sequenza iniziale, che non è nient’altro che una
delle ultime del film di King montate in testa al sequel per dare continuità ai due
episodi, seguono tre inquadrature di giornali che annunciano la morte di Jesse
James, tradito e colpito alle spalle da un vecchio compagno, l’ultimo giornale
annuncia anche la scomparsa di Frank James dopo la rapina, finita con una
sparatoria, alla banca di Northfield. In queste tre brevi inquadrature Lang
annuncia quella che sarà la natura espositiva del suo lavoro. In questo film
tutto è narrato attraverso immagini o parole indirette, che possono essere di
volta in volta: giornali, rappresentazioni teatrali o racconti orali dei
protagonisti. Non solo tra spettatore e personaggi, ma anche all’interno della
diegesi questi media si assumono il compito di narrare le vicende. Il racconto orale, il
racconto scritto, il teatro servono a mediare la realtà fattuale per poterla trasmettere agli altri, raccontarla. Nel
film nessuno dice la verità, tutti mentono e i mezzi di comunicazione si fanno
portavoce di queste menzogne, anzi nel momento in cui Frank racconterà la
verità nessuno gli potrà credere e verrà ingiustamente accusato di omicidio.
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