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DOSSIER SEAN PENN

 

 

INCARNARE LA VITA

Su Sean Penn attore

 

di Giuseppe Imperatore

   

Per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno “Ooohhh!”

 

Jack Kerouac, Sulla strada

 

 

Entrando a contatto con le opere di Sean Penn, si ha l’impressione di avere a che fare con un uomo che, tanto davanti quanto dietro alla macchina da presa, vive. Per evitare equivoci: non parliamo di qualcuno che vuole “fare della propria vita un’opera d’arte”, né di un uomo che attraversa con fare intellettualistico la linea sottile che divide e unisce cinema e vita, per giungere a con-fondere il cinema con la vita. Penn pare invece aver fatto del cinema uno strumento per amplificare, riverberare e rifrangere quella scintilla vitale che ha in sé e che trova (declinata, divaricata e diversamente distorta) in ogni uomo di cui riesca autenticamente a cogliere l’afflato. Davanti o dietro la macchina da presa, il suo mestiere di vivere si trasforma in cinema.

Figlio d’arte, Sean Penn ha vissuto a contatto con il mondo hollywoodiano sin dall’infanzia, quando a Los Angeles frequentava con inconsapevole naturalezza i set televisivi del padre Leo, attore e regista ebreo russo il cui cognome originario era lo spagnolo Piñon, storpiato in Penn a Ellis Island nei primi del Novecento. La madre, Eileen Ryan, per metà irlandese e italiana, è invece una sensibile e raffinata attrice che, dopo una promettente carriera teatrale, ha trascurato le scene per dedicarsi alla famiglia, da cui ha ricevuto in cambio, anche se recalcitrante, la possibilità di tornare a recitare: prima in tv, per il marito, poi al cinema, con e per il figlio Sean. Continuando quindi, sul set, a vivere il mestiere di moglie e di madre.

Penn, sin da giovane, ha sempre amato il cinema e la vita. A quanto pare, era un bambino poco spigliato, tendenzialmente introverso, serio e riflessivo. Per interpretare e vivere, per giungere a fare le due cose come una cosa sola ma distinta in se stessa, ha dovuto lavorare con grande intensità su di sé. Dopo aver studiato con Peggy Feury, membro fondatore dell’Actors Studio, inizialmente intraprende la strada d’interprete teatrale, un percorso arduo e accidentato, non privo di errori frustranti e audizioni andate terribilmente male. Un percorso, nell’arte e nel vivere, affrontato con estremo coraggio.

 

 

 
 

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