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SPECIALE IL DIVO

 

Il Divo: 34° commento sulla società dello spettacolo

di Flavio de Marco

 

 

Nel 1977 il governo Andreotti, attraverso il ministro degli interni Francesco Cossiga, emana un decreto di espulsione per Guy Ernest Debord, accusato di fomentare il clima insurrezionale del paese. Debord scrisse: «L’Italia riassume le contraddizioni sociali del mondo intero, e tenta, nel modo che si sa, di amalgamare in un solo Paese la Santa Alleanza repressiva del potere di classe borghese e burocratico-totalitario». Queste parole indicano, oggi, un’emergenza ancora in corso, in quel paese, l’Italia, che il filosofo francese era solito visitare dopo il luglio del 1957, quando a Cosio d’Arroscia, nell’entroterra ligure, aveva fondato, insieme ad altri intellettuali e artisti, l’Internazionale Situazionista. Debord pubblica nel 1967 a Parigi La società dello spettacolo, dieci anni prima della sua espulsione dall’Italia, mentre Aldo Moro è alla guida del governo. Nel 1988 Debord pubblica i Commentari sulla società dello spettacolo, dieci anni dopo l’omicidio di Aldo Moro, un anno prima del VI° governo Andreotti. Il libro, articolato in 33 commenti che intendono rimarcare dopo vent’anni le profezie del volume precedente, si apre con una citazione di Sun Tzu dall’Arte della guerra: «Per quanto critiche possano essere le situazioni e le circostanze in cui vi trovate, non disperate; è proprio nelle occasioni in cui c’è tutto da temere che non bisogna temere niente; è quando siamo circondati da pericoli di ogni tipo che non dobbiamo averne paura; è quando siamo senza risorse che dobbiamo contare su tutte; è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico». Nel 2008 il fantasma di Aldo Moro appare a Giulio Andreotti ne Il Divo di Paolo Sorrentino, riflesso nello specchio del bagno, al termine delle abluzioni notturne. Quando “il divo” si volta, Moro è scomparso, ma il fantasma di Debord è ancora visibile nelle emicranie di Giulio Andreotti, scena d’inizio del film, sorpreso dalla “società dello spettacolo”, a Palermo, il 26 settembre 1995, scena finale del film.

 

 

 

 

 

 
 

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